Il privilegio di servire gli italiani

16 Giu 2023 | Politica

Molti i punti caldi del dibattito pubblico. A toccarli è l’intervista di FVS con Lorenzo Malagola

Intervista di Daniele Madau, Francesco Volto Secolare

«Mantenere aperti canali di dialogo, anche informali» con tutti. È uno dei pensieri al centro dell’impegno di un cristiano in politica. A parlarne è Lorenzo Malagola, marito e padre di tre figli, parlamentare e segretario della Commissione lavoro, di Fratelli d’Italia. Segretario generale della Fondazione De Gasperi, Malagola è stato, inoltre, capo della segreteria tecnica del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Vice Presidente del Consiglio dei Ministri ed è stato Consigliere del Ministro dell’Interno.

In dialogo con lui prosegue la riflessione sull’attualità e l’impegno dei credenti nell’ambito politico, iniziata con l’ex parlamentare del Partito Democratico Ernesto Preziosi in FVS di gennaio-febbraio scorso. La presente intervista – in versione integrale – aggiorna con qualche precisazione dell’intervistato quanto pubblicato nella rivista cartacea riferita al bimestre in corso (FVS di maggio-giugno), alla quale comunque si rimanda anche per tutti gli approfondimenti che interessano i francescani secolari e coloro che sostengono il loro impegno nelle strutture del mondo, a partire da quello nella famiglia, nella società, nella polis.

Onorevole la sua formazione e la sua posizione politica sembrano essere connotate da una visione improntata alla fede: è credente?

Sì, sono credente e provo a testimoniare la mia fede nell’impegno politico, secondo anche l’esempio di Alcide De Gasperi. Cerco di avere una visione di fede che abbia al centro la persona e che si concretizzi nel servizio mettendo al primo posto la centralità dell’uomo.

Da poco la sua segretaria, e Presidente del Consiglio, presentando l’ultimo libro di Antonio Spadaro, ha rinnovato la sua stima e ammirazione nei confronti di Papa Francesco: qual è il suo giudizio su Papa Bergoglio dopo 10 anni di pontificato?

Il mio giudizio non può che essere positivo, essendo papa Francesco una guida e un maestro soprattutto nell’indicare le periferie esistenziali come ambito privilegiato di evangelizzazione.

L’ attualità ci interpella. Le pongo quindi una carrellata di questioni ben sapendo che ognuna meriterebbe tanto tempo. Qual è la sua posizione sulla guerra in Ucraina, sul dramma di Cutro e sul dramma migratorio in generale, sulla riforma fiscale in lavorazione, sui diritti di genere e sul riconoscimento dei bambini di coppie omogenitoriali, sulla scuola, sulla sanità pubblica e sul reddito di cittadinanza?

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, sostengo convintamente i diritti del popolo ucraino. Tuttavia, ritengo che per poter arrivare finalmente alla pace si debbano mantenere aperti canali di dialogo, anche informali, con la Russia.

Quello che è successo a Cutro è un dramma e non si deve ripetere. Ciò che è necessario è che si creino le condizioni affinché non ci sia più necessità di partire dagli Stati dell’Africa Centrale e del Maghreb, portando degli aiuti significativi in quei territori: anche su questo è esemplare il magistero di Papa Francesco. Ritengo sia decisivo il Piano Mattei del Governo Meloni per avviare un lavoro di cooperazione che coinvolga tutto il Mediterraneo e le istituzioni europee.

Per quanto riguarda la riforma fiscale e il reddito di cittadinanza, credo che vada salvaguardato e valorizzato il lavoro come architrave per garantire la dignità umana, non cedendo a trappole assistenzialiste.

In riferimento al riconoscimento di bambini di coppie omogenitoriali, il vero problema riguarda il cosiddetto “utero in affitto”, pratica che va assolutamente condannata e che lede la dignità umana come recentemente richiamato da Papa Francesco.

Per quanto concerne la scuola e la sanità pubblica, credo nel principio di sussidiarietà, in base al quale ciò che è privato concorre nella sua funzione pubblica ai servizi essenziali dello Stato: va riconosciuto e sostenuto il contributo che il privato e il privato sociale conferiscono al bene comune.

La sua storia sembra parlare di obiettivi raggiunti attraverso lo studio, la formazione politica fin dalla gioventù e l’impegno: come considera la vita da parlamentare? Un privilegio? Qual è la sua posizione nei confronti di un limite ai mandati parlamentari? Sarebbe più semplice così viverli come servizio: è d’accordo?

Essere parlamentare è un privilegio che vivo come servizio nei confronti di tutti gli italiani. Non sono, tuttavia, d’accordo sul limite dei mandati: sarebbe una scorciatoia che lederebbe la volontà popolare. Ritengo necessaria, invece, una profonda riforma dei partiti affinché si arrivi in Parlamento dopo la necessaria formazione e il giusto cursum honorum. Devo dire che in Fratelli d’Italia questa prassi è largamente applicata.

I francescani – principali destinatari di questa intervista – hanno fatto una professione di vita: passare dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo, con i poveri e gli ultimi come fratelli prediletti. Per questo la sua coalizione, il suo partito, che vedono nelle imprese e nel mercato un ambito privilegiato, ci interrogano: come possono, l’impresa, l’imprenditoria e il mercato tutelare, anzi, avere come fratelli prediletti i poveri e gli ultimi, come i migranti, i senza lavoro, gli abbandonati e gli oppressi?

Non si può far politica senza avere negli occhi e nel cuore gli ultimi. Questo l’ho imparato da mio padre che non faceva politica ma l’imprenditore di una piccola attività e mi ha sempre insegnato a tendere una mano al mio prossimo.

Lei è stato segretario della Fondazione De Gasperi che, come eredità del grande statista, promuove i valori di democrazia, centralità della persona umana, Unione Europea e giustizia sociale. Sono valori preziosi, fondanti della nostra idea di convivenza: sente più la fatica o più la bellezza nel cercare di incarnarli quotidianamente nella vita e nella politica?

Sento di sicuro la fatica ma è maggiore la bellezza che vivo nel portare avanti questi valori propri di De Gasperi. Sento la responsabilità, certo, ma anche l’orgoglio di provare a far crescere quotidianamente questi valori in Italia e in Europa.